Per diversi motivi un apicoltore può aver bisogno di nutrire le api in modo artificiale.
In questo caso è fondamentale attivare il processo di nutrizione nei periodi chiave dell'anno e scegliere solo prodotti qualitativamente validi.

SOMMARIO

La maggior parte delle domande che ci vengono poste dagli apicoltori novizi sono relative al come e quando nutrire le api.
I cambiamenti ed i pericoli climatici sono una realtà con cui gli appassionati di questo mondo devono fare i conti.

Giornate invernali con picchi di 15 gradi in montagna/collina e 20 gradi in pianura, improvvise gelate primaverili e lunghi periodi di siccità che mettono in pericolo le fioriture – tutti eventi sempre più frequenti che influiscono negativamente sul ciclo naturale di vita delle api e mettono in serio pericolo la loro sopravvivenza.

Per far fronte a questi problemi sempre più spesso gli apicoltori sono obbligati ad intervenire con una nutrizione di soccorso per garantire alle api un adeguato livello di scorte per superare le fasi più critiche dell’anno.

Ci teniamo a sottolineare, però, che la nutrizione artificiale a sostegno dell’alveare va attuata solo in caso di reale bisogno – dopo un’attenta valutazione delle scorte a disposizione delle nostre api.

SOMMARIO

la nutrizione delle api

1. L'importanza della valutazione delle scorte

Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, l’alimentazione artificiale delle api non è sempre necessaria e tale intervento va ponderato con estrema attenzione da parte dell’apicoltore.

In un contesto così complesso ed in continuo mutamento, un ruolo fondamentale lo gioca la corretta valutazione delle scorte necessarie alle famiglie per superare indenni l’inverno ed affrontare al meglio la primavera.

un ruolo fondamentale lo gioca la corretta valutazione delle scorte

Durante la bella stagione, le api immagazzinano grandi quantitativi di miele sia come nutriente per le larve all'interno della covata, sia come scorta alimentare per superare il periodo invernale ed essere pronte ad affrontare le dispendiose attività primaverili.

In inverno il consumo di miele da parte delle famiglie è relativamente ridotto, l’Ape Regina smette di deporre uova fino a raggiungere il blocco naturale di covata e le api si compattano in nuclei formando il glomere per mantenersi al caldo e superare la stagione fredda.

Il consumo delle provviste aumenta però notevolmente con l’inizio della primavera, quando le api si attivano nuovamente per fornire nutrimento alla covata, con un conseguente dispendio energetico elevato. È proprio in questa fase che poter contare su una scorta sufficiente di miele permette alle colonie di diminuire al minimo il livello di mortalità al loro interno.

nutrizione api primavera

Un bravo apicoltore è in grado di valutare bene il quantitativo di miele da raccogliere dal suo apiario e quello da lasciare come scorta invernale alle proprie api. Poter contare su un prodotto come il candito per api per l’integrazione delle scorte, permette comunque di raccogliere un quantitativo maggiore di miele senza andare ad intaccare lo stato di salute degli alveari.

Tuttavia è bene sottolineare che anche un eccesso di scorte all’interno degli alveari può causare diversi problemi. Arrivare a primavera con scorte eccessive nei favi significherebbe ritardare la ripresa delle attività della famiglia, e questo perché l’Ape Regina non avrebbe a disposizione abbastanza cellette per deporre le sue uova.

anche un eccesso di scorte all’interno degli alveari può causare diversi problemi.

Inoltre, in questa situazione si andrebbe a creare una situazione di squilibrio tra il numero di api e la quantità di covata – portando in molti casi a sciamatura.

Proprio per quanto detto in questo paragrafo, è molto importante valutare con attenzione se e quando è realmente necessario intervenire con una nutrizione di sostegno alle api per garantirne la sopravvivenza nei periodi chiave dell’anno.

Quanto miele lasciare come scorta negli alveari?

Spiegata l’importanza nella valutazione delle scorte naturali per il periodo invernale e primaverile, non esiste una regola fissa riguardo al quantitativo di miele da lasciare nel nido come fonte di sostentamento per le api.

Ogni anno è una storia a parte ed è sempre più difficile fare previsioni sulle temperature stagionali che ci si troverà ad affrontare. Inoltre questo quantitativo varia anche in base alla zona climatica in cui opera l’apicoltore (pianura, collina, montagna, mare).

A fare davvero la differenza in questo caso è la sensibilità e l’esperienza dell’apicoltore nella valutazione. Ovviamente, sarà importante monitorare la situazione recandosi di tanto in tanto in apiario per accertarsi dello stato delle scorte, specialmente nel caso di condizioni climatiche al di fuori dalla norma stagionale (inverni troppo miti o primavere troppo rigide).

Sarà fondamentale effettuare queste valutazioni per ogni singola famiglia presente in apiario per essere sicuri che tutte riescano ad arrivare in ottima salute alla finestra primaverile.

Come e quando alimentare le api?

Soprattutto per apicoltori alla prima esperienza è assolutamente lecito chiedersi come e quando bisogna alimentare le api. Anche persone ormai navigate hanno avuto questi dubbi e si sono poste le stesse domande quando indossarono per la prima volta la loro bellissima tuta protettiva affacciandosi al meraviglioso mondo dell’apicoltura.

Ipotizzando che abbiate effettuato le doverose valutazioni delle scorte in apiario per ogni singola famiglia e che abbiate riscontrato la necessità di intervenire con la nutrizione di supporto, cercheremo ora di spiegarvi nel dettaglio le modalità e i periodi più importanti per la riuscita di questo processo.

Il candito risulta un nutrimento completo e sicuro per l’alimentazione invernale delle api

La nutrizione invernale delle api

Per la nutrizione delle api durante il periodo invernale noi di mondo Ape consigliamo un’alimentazione glucidica, nello specifico a base di candito. Questo perché in questa stagione, vista l’inattività quasi totale, le api potrebbero avere problemi a metabolizzare sciroppi o altri prodotti con un livello di densità maggiore ed essere colpite da problemi all’apparato digerente.

Il candito risulta un nutrimento completo ed estremamente sicuro per l’alimentazione invernale delle api, anche grazie alla ricca concentrazione di polifenoli, vitamine ed acidi rosinici contenuti in esso che giocano un ruolo fondamentale nel rafforzamento del loro sistema immunitario.

nutrizione api inverno

Total Candy - Il candito per tutte le stagioni

Il colore non deve trarre in inganno, Il Total Candy non è un candito proteico. La colorazione marrone è data dalla alta concentrazione di polifenoli, che aiutano la vitalità delle api.

A differenza di molti altri canditi, Total Candy non presenta cristallizzazioni zuccherine eccessive, risultando quindi facilmente digeribile e perfettamente assimilabile. 

ricca concentrazione di polifenoli, vitamine ed acidi rosinici

Candi SacIl Total Candy può essere utilizzato durante tutta la stagione nutrizione di sostegno in caso di bisogno. Ora vediamo come posizionare correttamente il candito all’interno della cassa.

Posizionarlo troppo lontano dal glomere o in una zona inaccessibile renderà impossibile il nutrimento aumentando notevolmente il rischio di mortalità.

Tendenzialmente quando andrai a posizionare il candito potrai trovarti davanti a due situazioni: il glomere si è formato al centro dell’arnia, oppure in alternativa in uno dei due lati della stessa.

Nel primo caso consigliamo, di posizionare il candito sul coprifavo magari aiutandoci con un candi sac per tenere sollevato il sacchetto – in questo modo sarà facilmente accessibile dalle api con piccoli movimenti ed un dispendio energetico minimo.

Nel secondo caso invece il candito va posizionato direttamente sui telaini proprio all’altezza in cui le api hanno formato il glomere.

Nutrizione delle api in primavera

La nutrizione delle api in primavera è molto diversa da quella invernale, concettualmente ancora prima che per le modalità ed i prodotti da scegliere.

In primavera si effettua prevalentemente una nutrizione detta stimolante, che ha lo scopo di rafforzare le famiglie e favorire l’ovodeposizione per aumentarne la numerosità con l’obiettivo finale di raccogliere più miele. Attenzione però, è importante sottolineare che non sempre una nutrizione stimolante significa raccolti più abbondanti.

Questa tipologia di nutrizione si rivela molto utile ad esempio quando condizioni climatiche eccezionali durante il periodo primaverile rendono impossibile per le api reperire in natura gli elementi di cui hanno bisogno.

Sempre più frequentemente infatti, specialmente nell’area appenninica, assistiamo al ritorno improvviso di temperature particolarmente basse o a periodo prolungati di piogge.

In primavera si effettua prevalentemente una nutrizione detta stimolante

In questo caso a differenza dell’alimentazione invernale, andranno preferiti i classici sciroppi (composti da glucosio, fruttosio e saccarosio) da diluire in acqua.

Di norma una diluizione ottimale prevede un composto finale con il 50% di acqua ed il 50% di sciroppo – tuttavia questo dipende anche molto dal periodo della stagione, dalle condizioni metereologiche e dalla zona climatica in cui si trova il nostro apiario.

Certamente riguardo a questo tema una delle domande che più spesso ci viene fatta è: “Quando devo iniziare la nutrizione stimolante”?
Di norma una buona pratica è quella di iniziare circa 40 giorni prima del raccolto.
Noi di Mondo Ape consigliamo però di stimolare tramite sciroppo per massimo 15-20 giorni. Protrarre la nutrizione stimolante troppo a lungo potrebbe infatti portare al rischio di sciamatura delle api.

Il nutritore

Per l’alimentazione delle api, sia tramite candito che tramite sciroppo, viene utilizzato uno strumento chiamato nutritore. Si tratta in parole semplici di un contenitore all’interno del quale viene posizionato il nutrimento scelto.

Esistono nutritori di diverse forme e capienze ma in generale essi si dividono in due categorie principali: i nutritori a tasca e i nutritori a coprifavo. La differenza è che i primi vanno inseriti all’interno dell’arnia occupando lo spazio di un telaino mentre i secondi vanno posizionati direttamente sopra al coprifavo.

Conclusione

Imparare a conoscere i bisogni reali delle nostre api e capire quando necessitano di un’integrazione alimentare artificiale è una delle abilità che ogni apicoltore deve acquisire.

La nutrizione è un argomento complesso e molto vasto e questo nostro articolo vuole essere una guida di base per tutti coloro che intendono portare avanti la propria attività apistica o il proprio hobby in modo più consapevole.

Abbiamo visto che la nutrizione artificiale non è sempre necessaria e che è importante effettuare prima un’attenta valutazione delle scorte a disposizione degli alveari.

Abbiamo visto quali sono i periodi chiave per metterla in pratica, ovvero quello autunnale (pre-invernamento), quello invernale e quello primaverile. Infine vi abbiamo presentato i prodotti da usare in base alla stagione in cui si opera, preferendo sempre il candito per api durante la fase autunnale/invernale e lo sciroppo durante la primavera per la nutrizione stimolante.

Recandoti spesso in apiario acquisirai la giusta dose di sensibilità

Ora che sai cosa dare da mangiare alle api ma anche come e quando farlo, non ti resta che accumulare tanta esperienza diretta sul campo, stagione dopo stagione.

Recandoti spesso in apiario acquisirai la giusta dose di sensibilità e sarai sempre più in grado di comprendere di cosa hanno bisogno le tue api. Questo si tradurrà in un ciclo di vita migliore per loro e in maggiori possibilità di raccolto per te.

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